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23 Dicembre 2020
La statuina dell’infermiera anti-Covid in dono ai Vescovi

La statuina dell'infermiera anti-Covid in dono ai Vescovi. È il nuovo personaggio del presepe 2020, realizzato da un laboratorio artigiano di arte presepiale, simbolo dell’impegno e del sacrificio delle operatrici e degli operatori sanitari. Una iniziativa congiunta nata a livello nazionale grazie alla collaborazione tra Coldiretti e Confartigianato, sotto l’egida di Fondazione Symbola e del Manifesto di Assisi.

Nei giorni scorsi le statuine sono state donate all'Arcivescovo di Pisa Mons. Giovanni Paolo Benotto, al Vescovo di San Miniato Mons. Andrea Migliavacca e a quello di Volterra Mons. Alberto Silvani.

L'iniziativa è stata presentata la scorsa settimana a livello nazionale: "Un segno di riconoscenza verso tutti gli eroi del nostro tempo che lottano per sconfiggere la pandemia", ha detto il presidente di Coldiretti Ettore Prandini.

Un'infermiera nel presepe del 2020

L’esperienza della pandemia, la sofferenza di molti, il distanziamento a cui costringono le regole emanate nel rispetto degli altri hanno imposto una rilettura del tradizionale presepe. Da qui l'introduzione di un nuovo personaggio – la statuina dell’infermiera in rappresentanza dell’intero mondo della sanità – che si batte per assicurare la salute di tutti. L’iniziativa è stata quella di affidare all’abilità di un artigiano esperto nell’arte presepiale la raffigurazione in statuina di questa immagine. Ovvero l’immagine di chi oggi interpreta la possibilità di riscatto della vita della comunità e costituisce un perno e un punto di appoggio per le nostre speranze.

La modernità del Presepe viene proprio dal suo legame con la vita di tutti i giorni

“La modernità del Presepe - ha detto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - viene proprio dal suo legame con la vita di tutti i giorni. Per gli agricoltori e gli allevatori vuol dire conservazione dei territori, della biodiversità e della fattoria Italia. Purtroppo negli ultimi dieci anni si sono persi oltre 2 milioni di animali, soprattutto in montagna e nelle aree interne più difficili. Mancano ancora le condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori.  I bassi prezzi pagati per il latte e la concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero, sono i principali responsabili”. Inoltre, ha aggiunto Prandini, “Agricoltori, medici e infermieri non hanno mai smesso di lavorare in questa difficile pandemia. Hanno garantito la salute dei cittadini e l’approvvigionamento alimentare delle famiglie, nonostante i rischi e le difficoltà".

"Come ha detto Papa Francesco, per uscire da questa crisi dobbiamo recuperare la consapevolezza che come popolo abbiamo un destino comune", ha ricordato il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci. "È questo lo spirito del Manifesto di Assisi. Ma anche di questa iniziativa, che vuole dare maggior forza alle comunità attraverso una delle tradizioni più sentite, quella del presepe”. Realacci infine, ha evidenziato “lo sforzo straordinario e generoso in difesa delle nostre vite e delle nostre comunità, svolto dal mondo della sanità, rappresentato da un’infermiera”.

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