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21 Settembre 2012
FOOD/AGRICOLTURA: C’ERA UNA VOLTA LA FATTORIA, NEL PASSATO DELL’ECONOMIA RURALE LA STRADA DA “RIPRENDERE”

L’agricoltura cerca nel suo passato la risposta per un futuro in sintonia con il territorio e l’ambiente. Non è nostalgia rovistare nel passato, nei fasti di una Fattoria, oggi abbandonata, e di una Fattoria, oggi trasformata in lussuosa multiproprietà. Due destini completamente diversi per due realtà che, nell’economia rurale della Provincia di Pisa, hanno rappresentano la vitalità dell’agricoltura e delle campagne pronte a rispondere alle necessità alimentari (e non solo) della comunità. Fattoria allora era sinonimo di vita e di autosufficienza. L’aia il suo cuore. I suoi lavoratori, i mezzadri, gente fortunata. Questo per raccontare come in 150 anni l’economia rurale sia profondamente cambiata e con lei il suo significato per effetto della meccanizzazione e del progressivo abbandono delle campagne. Parte da qui, mettendo a confronto la Pisa agricola del 1861 e laPisa agricola del 2012 raccontata in un viaggio fotografico da Aurelio Cupelli la tavola rotonda di Coldiretti che non ha avuto nessun timore di guardare in faccia la realtà e a farla vedere alla numerosa platea. “La verità è che abbiamo dimenticato che il benessere e la qualità della vita non si misurano con lo spread e con il Pil – ha spiegato Fabrizio Filippi, Presidente Provinciale Coldiretti – quei numeri non misurano la nostra felicità, il valore dei nostri prodotti, il sorriso, l’impegno, il paesaggio, la storia, le emozioni: per fortuna il nostro progetto per una filiera agricola tutta italiana ha rimesso in moto l’agricoltura e riacceso questi valori sul territorio. Il 1861 è molto lontano ma è un punto di osservazione a cui dovremo ritornare. L’agricoltura non può essere marginale, non può essere secondaria. La filiera corta sta trasformando, nuovamente, la cultura del cibo”.
 
La progressiva ed inarrestabile trasformazione dell’economia rurale provinciale ha inevitabilmente cambiato anche ilpaesaggio: “Sono spariti i buoi, la zappa e la vanga per lasciare spazio ai trattori e alle macchine agricole mentre il cibo ora si produce al supermercato – ha spiegato ancora Filippi – la regola è l’omologazione e non c’è più stagionalità”. Il pensiero va inevitabilmente al successo dei mercati di Campagna Amica attivati sul territorio provinciale, sicuramente l’elemento più visibile che sta di fronte alla grande trasformazione dell’agricoltura dei giorni nostri e che l’amministrazione comunale di Pisa è pronta a potenziare ancora: “stiamo realizzando il nuovo piano del commercio – ha anticipato l’Assessore al Turismo del Comune di Pisa, Alessandro Forte parlando dell’importanza del mercati di Campagna Amica in piazze e centri storici – l’obiettivo è garantire la presenza, in tutti i mercati settimanali, di Campagna Amica”. Al centro del progetto c’è l’agricoltura multifunzionale e delle produzioni sostenibili, della qualità, della filiera corta e delle agro-energie. “E’ un cambiamento necessario, per quanto radicale - ha ricordato Giacomo Sanavio, Assessore all’Agricoltura della Provincia di Pisa durante il suo intervento puntualizzando quelli che sono gli architrave delle iniziative azionate sulterritorio: “il piano del cibo per favorire la sintonia tra produttori e consumatori, la multifunzionalità attraverso accordi con il sistema di imprese in grado di garantire la manutenzione e la tutela del territorio” fino all’elemento urbanistico “che deve rimettere al centro il suolo e la sua conservazione”. L’altro snodo ruota attorno all’equilibrio tra la gestione del territorio ed il suo sviluppo: “insieme alla crisi economica dobbiamoaffrontare una crisi ecologica a cui ci ha messo di fronte il nostro modelli di sviluppo; – ha spiegato ancora Sanavio – un modello agricolo industriale che non è più sostenibile per i nostri territori”.
 
Non è potuto essere presente fisicamente Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola, ma in collegamento telefonico ha esortato “l’Italia a fare l’Italia”: “ci troviamo ad affrontare una situazione molto difficile – ha sottolineato ricordando i mali del nostro paese (deficit, evasione fiscale, burocrazia, diseguaglianza sociale etc) – e l’Italia deve affrontare le sfide del futuro partendo dai suoi talenti. L’agricoltura che vogliamo è quella che non passa dagli Ogm, ma da modelli sostenibili per il territorio e che affida la manutenzione alle imprese come accadeva già nel Granducato di Toscana. L’azienda agricola era già multifunzionale. Il passato che si rinnova è un pezzo del futuro”.
 
Un messaggio raccolto dal Presidente Coldiretti Toscana, Tulio Marcelli che ha ricordato come sia di estrema importanza “rimettere al centro il protagonismo delle persone. Manca una cultura del valore strategico dell’agricoltura. Non solo Pil, non solo Spread: lo star bene si misura con il benessere di un individuo”. Alla tavola rotonda hanno portato i loro saluti il Prefetto di Pisa, Francesco Tagliente, il Presidente della Camera di Commercio, Pierfrancesco Pacini e Francesco De Iacovodella Facoltà di Medicina e Veterinaria, che hanno sottolineato il ruolo di Coldiretti e delle aziende agricole sul territorio.

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