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6 Novembre 2012
GIOVANI: L’EX BANCARIA, IL TRATTORISTA-PILOTA E L’ALLEVATRICE,ECCO CHI SONO I GIOVANI IMPRENDITORI

L’agricoltura non è un ripiego. Anzi. Per alcuni di loro è una forma di escape dalla monotonia di una vita precedente e di un lavoro sicuro e poco avvincente, per altri la naturale collocazione, per altri ancora, una scoperta, una scelta giusta. Ma per tutti è una grande opportunità per esprimersi perché si può vivere d’agricoltura, vivere bene. Ne sono convinti Sara, Daniele, Davide, Beatrice, Samuele, Luca, Diego, Jessica e gli altri. Sono “figli di zolla”, ma non sempre. Sono coraggiosi, intraprendenti nonostante la consapevolezza che “non tutto è semplice e scontato”. Questa del resto è la vita. Hanno capito: l’agricoltura è il futuro. Il datore di lavoro che stavano aspettando. Loro sono i nuovi giovani imprenditori agricoli del movimento Giovani Impresa di Coldiretti della Provincia di Pisa. Gente tosta, con la testa sulle spalle che puntano tutto, ma proprio tutto, sull’agricoltura e sulle tante opportunità che il progetto di Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana porta con se insieme al principio dellamultifunzionalità. Sara è un’ex bancaria, Daniele un trattorista con la passione per le corse, Davide produce piantine per gli orti sul terrazzo (e non solo), Jessica aprirà un agri-campeggio, Diego alleva Chianine come Beatrice, allevatrice sarda di ovini. Storie, retroscena, esempi che “rappresentano l’evoluzione e la rivoluzione che la nostra agricoltura sta vivendo – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Provinciale Coldiretti – in questi profili c’è il valore del passato, la freschezza delle nuove generazioni e la consapevolezza di un futuro ancorato al ritorno alla terra”. Il primo obiettivo del movimento dei giovani è riuscito: “raccogliere le più giovani esperienze del territorio, farle dialogare e lavorare insieme – spiega ancora Filippi – ma ci sono ancora tanti giovani nelle nostre campagne che hanno i numeri per diventare protagonisti della loro azienda. Li aspettiamo”.
 
L’ex bancaria. Sara Lauci, 25 anni, ha mollato la sua vita precedente insieme al marito per dedicarsi alla produzione di mele. Nata in Trentino Alto Adige, Sara era dipendente di un istituto di credito a Merano prima di scegliere di “cambiare radicalmente vita”. Ora vive a Montopoli Val di Cecina dove ha preso in affitto 3 ettari e mezzo di terreni e dove sta recuperando un meleto storico. Una scelta, la sua, maturata dopo “averci pensato bene”: “Mi sono licenziata. In banca mi sentivo soffocare, ora mi sento libera – racconta - Ho qualche pensiero in più perché manca la sicurezza di uno stipendio, ma non ho mai avuto paura di questa scelta. E nemmeno ho mai rimpianto di aver mollato tutto. Lavorare all’aria aperta è tutta un’altra cosa, come abitare in campagna”. Il marito, ex artigiano, l’ha seguita fino a Montopoli dove condividono la passione per le mele: “abbiamo girato parecchio prima di decidere di impiantare radici qui – ammette – ci è piaciuto il posto, ed il meleto è bellissimo”. Il suo obiettivo è iniziare con la vendita diretta nei mercati di Campagna Amica, poi chissà. Le varietà variano dalla Golden alla Fuji ma prima di affrontare il mercato Sara preferisce avere un prodotto eccellente: “Il meleto era trascurato – racconta – e prima di portare sul mercato le mie mele voglio che la loro qualità sia ottimale. Per mangiare le nostre mele dovrete ancora aspettare. La qualità prima di tutto”.
 
Il trattorista-pilota. E’ il Principe dei cereali con i suoi 136 ettari sparsi tra San Giuliano Terme, Cascina, Vico Pisano e Migliarino che conferisce, all’ingrosso, ad una miriade di cooperative e conferitori in tutta la Toscana (e non solo). Daniele Taddeucci, 26 anni di San Giuliano Terme, è un vulcano di intraprendenza, oltre che probabilmente tra i più giovani cerealicoltori della Provincia di Pisa. Dopo mais, orzo, grano (duro e tenero), fieno, è pronto a scommettere sulla produzione di canapa per il settore dell’edilizia ecosostenibile. Sarebbe tra i primi in Toscana. Figlio di allevatori, Daniele ha la passione per i trattori ed anche per le gimkane trattoristiche, vere e proprie competizione che misurano l’abilità e la velocità. Numerosi i suoi podi. “Sono nato tra le zolle e sul trattore – confessa orgoglioso – vado fiero del mio lavoro e della mia azienda”. Era ancora un bambino quando ha iniziato a frequentare l’azienda del nonno. Dal 2009 ha preso in mano l’eredità di famiglia modificando il core business storico dopo aver “coadiuvato” la madre all’età di 18 anni. “Ho deciso di puntare sulla cerealicoltura – spiega – ma non ho tradito le mie radici. Tengo ancora qualche capo di vitelli e gli animali dell’aia”. L’azienda di Taddeucci ha sfruttato le opportunità delle misure del Piano di Sviluppo Rurale e vari finanziamenti della Provincia di Pisa: “Sono stati fondamentali – ammette – senza quelle risorse non sarei riuscito a costruire un modello aziendale moderno”.
 
Le piantine per gli orti fai da te. La sua specialità è la produzione di piante da orto: pomodori, insalata, melanzane, zucchine e così via. Destinate inizialmente alle imprese agricole, la diffusione degli orti sul terrazzo e dei vari orti verticali, domestici e fai da te hanno innescato una grande richiesta di piantine di ortaggi tanto da far diventare progressivamente questo ramo aziendale la principale attività dell’azienda di Davide Bambi. San Miniatese, 30 anni, Davide è un figlio d’arte dell’agricoltura pisana. La sua famiglia da sempre coltiva ortaggi che poi vende nei mercati rionali o direttamente in azienda. Dal ’95 ha iniziato a produrre anche piantine da orto. Una scelta che si è rivelata vincente. “E’ un settore molto particolare – spiega Bambi – serve esperienza e conoscere bene i semi; nulla è lasciato al caso. Oggi rappresenta il 60% del nostro fatturato agricolo anche grazie alla diffusione degli orti domestici”. La produzione di piantine occupa 7 mesi dell’anno, i restanti sono dedicata alla preparazione: “Per sette mesi l’anno lavoriamo dalle 5 alle 9 la sera – racconta – la vendita di ortaggi resta però sempre fondamentale per la tenuta aziendale. Una sostiene, ed in parte compensa l’altra”.
 
L’agri-campeggio alle Terme. Diciotto anni, Jessica Caprai di Casciana Terme dopo un paio di tentativi falliti, riuscirà nel 2014 ad aprire il suo agri-campeggio. 8 piazzole di sosta con piscina, parco gioco, forno per barbecue con vista panoramica, un’area ristoro attrezzata tra olivi e colori a soli due chilometri dalle terme di Casciana: “E’ stato fondamentale il contributo del bando Giovani Si della Regione Toscana – confessa – mi sta dando una grande mano economica”. L’agri-campeggio “Il Chicco di Grano” – così si chiama - sarà pronto solo nell’estate del 2014 e gli permetterà di sfruttare anche il percorso di studi oltre che garantirgli un’opportunità imprenditoriale: “Ho fatto l’alberghiero – racconta – così ora posso unire l’aspetto ricettivo turistico a quello agricolo. È perfetto”.
 
L’allevatore da gara. Non è un lavoro come unaltro. Se non ti piace, se non ami il profumo del fieno e le levatacce mattutine non puoi vivere tra stalle e macelli. Diego Staccioli, 29 anni, quella passione ce l’ha tutta. Eredita dal nonno, la passione per la zootecnia l’ha portato persino a partecipare alle competizioni e alle mostre di Chianina con risultati sorprendenti. La sua azienda sistemata in zona Ospedaletto produce ottima carne che viene venduta presso lo spaccio dell’Associazione Regionale Allevatori a Pontedera. Carne a km zero. “Non è una vita facile – ammette - E’ un impegno che ti tiene occupato 365 giorni l’anno. Le feste? Non c’è Natale, Pasqua, feste”.
 
Meglio le stalle che la scuola. Beatrice Porcu, 20 anni, origini sarde, di mestiere fa l’allevatrice. Insieme al fratello Mario, 21 anni, manda avanti l’azienda di famiglia a San Miniato, frazione di Calenzano. “Preferivo stare nelle stalle dieci volte che andare a scuola. Per me è stata una scelta naturale. – spiega Beatrice - Non avrei voluto fare altro che se è sempre meno conveniente produrre latte. Il prezzo del latte è quello di vent’anni fa mentre i costi aumentano ogni anno ed è sempre più difficile”. Il suo ingresso in azienda è coinciso con l’ammodernamento aziendale. Dallo scorso anno è stato installato un moderno impianto di mungitura che consente di ottimizzare i tempi. “Fino allo scorso anno – racconta - si mungeva ancora a mano. 350 pecore sono una bella impresa”.
 
Pane a km zero. La parola d’ordine èdiversificare. Così Luca Bernini, 24 anni, cascinese, ha aiutato l’azienda a sopravvivere al crollo del prezzo dei cereali. Ora la sua azienda, la “Bernini Cirani e Piero”, a Pettori, produce anche miele, farina, mele e pane a km zero che vende ai mercati di CampagnaAmica di Pisa, Cascina e Pontedera. La vendita diretta garantisce il 50% del fatturato agricolo. “Abbiamo cambiato la politica aziendale – racconta Luca che da 4 anni è stabilmente inserito in azienda – con i cereali e basta non si andava avanti”. Il pane fatto in casa, con la farina e con la macinatura a pietra, è la novità del suo banco da alcuni mesi: “I clienti apprezzano – analizza ancora – la mia scelta? Per ora si sta rivelando giusta considerando la situazione generale”.
 
Grano&Turismo. Da tre anni lavora fianco a fianco del padre, ma solo da quest’anno è al timone dell’azienda. Per Samuele Baldi, 27 anni, diploma di agrario in tasca, “la strada era spianata”. La sua azienda si divide tra la produzione di cereali ed erba medica (circa 50 ettari) a Ponteginori e “La Leccia”, l’agriturismo appollaiato sulle colline di Montopoli Val di Cecina. “Non basta più restare ancorati alle tradizioni – ammette – è importante diversificare ed avere idee. Oggi fare impresa agricola è molto diverso rispetto ad un ventennio fa”.

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