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20 Febbraio 2019
In agriturismo tutti i primati della Toscana

L'editoriale


di Simone Ferri Graziani, presidente di Coldiretti Livorno


La nostra regione si conferma prima nel settore agriturismo: con le sue 4.568 aziende e 889mila arrivi, da sola attira il 27,4% della domanda totale nazionale. È prima anche nella varietà dell’offerta ricettiva, che tiene insieme il relax, il cibo, il vino, le passeggiate e le attività sociali o collegate al territorio. Ed è in cima alla classifica anche per quanto riguarda le aziende condotte da donne: 1.789 unità, pari al 39,2% del totale degli agriturismi regionali e al 21,1% di quelli nazionali. Questi sono i dati del "Rapporto 2018 agriturismo e multifunzionalità", pubblicato a inizio febbraio e realizzato dall'Ismea - Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare - e restituiscono gli sforzi delle tante aziende che lavorano in questo settore, senza nascondere anche le loro difficoltà e preoccupazioni.

A tenere insieme questi risultati non ci sono solo i numeri e la geografia. C’è un’etica del lavoro che ogni giorno pratichiamo. 

Si fonda su valori comuni che negli agriturismo, come punti di snodo, emergono con grande chiarezza: la distintività, il cibo a chilometro zero, la sicurezza alimentare, la tutela della biodiversità, la memoria viva delle tradizioni agricole e gastronomiche. Valori che sia i turisti che i mercati di Campagna Amica ci ricordano essere al centro della nuova relazione fra produttori e consumatori. I clienti infatti scelgono consapevolmente prodotti che esprimono un forte legame con il territorio e si distinguono per una pluralità di fattori che li rendono unici.

Questi dati però sono anche il risultato di una strategia precisa, quella della “multifunzionalità” appunto, che ha portato grandi trasformazioni nelle aziende. Una parola che avete imparato a conoscere e ad applicare lavorando simultaneamente su produzione, trasformazione, ospitalità, somministrazione, didattica, con tutto l’impegno che ne consegue in termini economici e burocratici. I numeri e il successo di nuove esperienze – una su tutte, quella degli agrichef - dicono che gli sforzi sono premiati. I cuochi-contadini infatti sono riusciti a valorizzare prodotti e piatti del nostro territorio in modo serio e innovativo. Lo scorso anno inoltre, si sono diplomati i venti studenti che hanno frequentato il primo corso regionale per Agrichef della Toscana, nelle province di Pisa e Livorno.

Poi c’è la produzione. Sappiamo quanto sia importante il contributo dell’agriturismo al supporto e al mantenimento delle agricolture, soprattutto per le aziende familiari e di piccole dimensioni: le attività secondarie rappresentano infatti il 22,4% del valore della produzione agricola italiana, e sono una spinta fondamentale per nuovi servizi e nuovi mercati. Per questo occorre proseguire su questa strada. Le nostre strutture sono presidi del territorio in grado di promuovere lavoro e bellezza. Siamo chiamati a questa responsabilità, ed è un compito che ci assumiamo volentieri.



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