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18 Novembre 2013
OLIO: RACCOLTO E QUALITA’ AL TOP, + 24% EXPORT AGROALIMENTARE

Qualità superba e raccolto generoso per l’olio d’oliva pisano. Dopo due campagne olivicole inferiori alle aspettative, i primi dati (quantitativi) di questa nuova campagna confermano le previsioni di una produzione medio-buona che si aggirerà intorno ai 10mila quintali di olio, in un aumento, se pur disomogeneo, tra il 5% ed il 10%. Saranno complessivamente circa 1milioni le bottiglie prodotte dalla spremitura delle olive che finiranno sulle nostre tavole. A confermare la buona annata per l’olivicoltura sono Coldiretti Pisa e Consorzio di Tutela per l’Olio Toscano Igp. L’abbondante fioritura della passata primavera, malgrado sia stata seguita da abbondanti piogge, ha dato – analizzano Coldiretti e Consorzio Tutela Olio Toscano Igp - una buona allegazione e attualmente possiamo osservare una maturazione leggermente in ritardo rispetto agli anni precedenti. Grazie alle favorevoli condizioni meteo l’olio sarà di ottima qualità sia sotto il profilo dell’acidità che delle caratteristiche organolettiche”.
Ci sono quindi tutti i presupposti per una stagione d’oro per l’olivicoltura pisana formata da circa 5mila imprese, tra attività esclusiva e non, che continua a fornire un contributo essenziale al tema drammatico dell’occupazione coinvolgendo nella filiera circa 10.000 addetti tra diretti ed indiretti. Tra le produzioni più diffuse sul territorio provinciale insieme ai seminativi, la superficie destinata all’olivicoltura supera i 7.700 ettari per una produzione totale intorno ai 70mila quintali di olive (fonte Istat). Principale destinato ad un consumo “sfuso”, e molto spesso per l’auto-consumo e di natura hobbistica, grazie anche alla rete di Campagna Amica, le aziende agricole hanno avviato percorsi di certificazione e tracciabilità per assicurare al consumatore un prodotto qualitativamente all’altezza delle aspettative, soprattutto sicuro e legato al territorio. A spingere sulla via della qualità, della trasparenza e della certificazione l’ottima performance dell’export nei primi sei mesi del 2013, +24% rispetto al semestre di paragone sulla base dei dati Istat sul commercio estero. Non è più un mistero, questo dice il dato, che il Made in Tuscany va fortissimo all’estero, un po’ meno nel nostro paese: 7 bottiglie di olio certificato Igp su 10 sono infatti vendute all’estero. “il 70% dell’olio certificato – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Provinciale Coldiretti – finiranno all’estero confermando un trend in crescita costante e solido. Purtroppo solo una piccola parte, circa il 30% dell’olio certificato e tracciato, quindi Igp o Dop, finisce sulle nostre tavole a prova, purtroppo, che il consumatore straniero apprezza (ed acquista) di più l’olio extravergine di qualità”. Tra i mercati più importanti gli Stati Uniti dove è diretto il 60% del prodotto esportato seguito, in ordine d’importanza, da Germania, Regno Unito, Giappone, Canada, altri Paesi europei ed extraeuropei, tra cui stanno emergendo Cina, Russia e Brasile. Una parte di olio sarà infine destinata alla base di olio italiano non certificato. La campagna olivicola in corso segna il debutto, se così possiamo dire, della tanto attesa legge salva olio voluta e sostenuta da Coldiretti, che assume un valore chiave nella lotta alle contraffazioni e al furto del Made in Italy agroalimentare. La legge contiene il riconoscimento di nuovi parametri e metodi di controllo qualitativo che consentano di smascherare i furbetti dell’extravergine all’introduzione in etichetta del termine minimo di conservazione a 18 mesi dalla data di imbottigliamento, dalla fissazione di sanzioni in caso di scorretta presentazione degli oli di oliva nei pubblici esercizi all’estensione del reato di contraffazione di indicazioni geografiche a chi fornisce in etichetta informazioni non veritiere sull’origine, dall’introduzione di sanzioni aggiuntive come l’interdizione da attività pubblicitarie per spot ingannevoli al rafforzamento dei metodi investigativi con le intercettazioni, fino al diritto di accesso ai dati sulle importazioni aziendali. Obiettivo della legge – spiega Aniello Ascolese, Direttore Provinciale Coldiretti – è porre fine ad una pericolosa proliferazione di truffe e inganni, svelando il “mistero” delle tante anomalie di un mercato dove alcuni oli sono venduti a prezzi che non coprono neanche i costi di raccolta delle olive in Italia, ma con etichette che riportano la bandiera tricolore in bella evidenza”. Un danno gravissimo per un Paese in cui l’’olio di oliva è praticamente presente sulle tavole di tutti gli italiani con un consumo nazionale stimato - sottolinea la Coldiretti - in circa 14 chili a testa.

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