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15 Maggio 2010
PREDATORI: VAL DI CECINA, PECORICIDIO A POMARANCE

 I lupi tornano all’attacco nella Val di Cecina. Sbranate in una sola notte 10 pecore e 3 agnelli, altre 5 sono scomparse. Una decina gli esemplari che hanno smesso di produrre latte a causa dello stress e della paura. E’ il tristissimo bilancio del ritorno dei lupi nella Val di Cecina a caccia di carne fresca da mettere sotto le zanne. In aumento le segnalazioni di avvistamenti e attacchi tra le frazioni di Radicondoli, Serrazzano e Rustignano dove gli allevatori sono costretti a “vigilare” a vista sul gregge e a farle pascolare a piccoli gruppi. Ingenti i danni subito all’azienda agricola Podere S. Mario a Montecerboli, storica azienda di allevatori di pecora sarda e tra le più grandi per numero di capi (oltre 600) che ha subito la scorsa notte, dopo anni di relativa tranquillità, un feroce attacco da parte di un gruppetto di lupi che popolano indisturbati le colline percorrendo, anche in una sola notte, 60-70 chilometri alla ricerca di cibo. Tre, stando alla ricostruzione delle orme lasciate sul terreno, i lupi, protagonisti del pecoricidio. Un attacco che riapre la delicata questione dei predatori in Toscana da parte della Coldiretti Provinciale che torna a chiedere misure urgenti per arginare il fenomeno. Un problema che tocca da vicino tutta la Regione, dalla Lunigiana al Mugello. “C’è ne siamo accorti solo la mattina – racconta Giampaolo Murru – abbiamo lasciato un gregge al pascolo per sfruttare le condizioni meteo favorevoli e ci siamo ritrovati davanti uno spettacolo orribile. Abbiamo subito visto le pecore azzannate; cinque sono sparite. Quelle che sono sopravvissute all’attacco ora hanno paura anche delle ombre e hanno smesso di fare il latte. Se questo è il benessere inteso dalla nostra regione per gli allevamenti e per i capi non ci siamo proprio…”. I lupi hanno identificato il gregge, e in gruppo hanno attaccato. “Le impronte lasciate ci dicono che erano come minimo tre. Hanno fatto una razzia. Non è solo una questione economica per noi”. Decine di migliaia di euro i danni stimati dall’azienda agricola che perde ogni giorno anche un quintale di latte, per non parlare dello stress provocato alle pecore che non si può quantificare. Al momento l’unico rimedio è l’assicurazione che “non risolve tutti i problemi – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Provinciale Coldiretti - ma che è, in questa fase, un importante paracadute per il reddito. L’equilibrio è saltato. Il numero dei lupi è fuori controllo e la loro aggressività è molto cresciuta; ormai colpiscono con una frequenza disarmante senza curarsi della presenza dell’uomo. L’altra fenomenologia è la velocità di spostamento. Sono nomadi e come tale capaci di percorrere anche decine di chilometri al giorno”.  Per la principale organizzazione agricola non bastano i soldi destinati dalla Regione – intorno agli 800 mila euro attraverso la legge regionale 25, per finanziare oltre alle assicurazioni agevolate, per mezzo del Co.di.pra, le misure di recinzione e prevenzione contro i lupi. “I lupi – taglia corto Filippi – quando hanno fame non temono nemmeno l’uomo. I recinti non bastano”. Coldiretti sottolinea ancora la necessità di stipulare l’assicurazione così da indennizzare le perdite di capi. Il Codipra, per questa necessità, è riuscito a stanziare risorse a fronte di una polizza molto bassa e abbordabile da tutte le aziende per venire incontro agli allevatori. “Siamo consapevoli che la perdita di un capo – conclude Roberto Franchini, Direttore Provinciale Coldiretti – non trova nel risarcimento-indennizzo, ne la soluzione, ne la soddisfazione. Ma al momento è l’unica contromisura possibile”.

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