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1 Febbraio 2011
RINNOVABILI: GIUSTO EQUILIBRIO TRA TUTELA E SVILUPPO, FOTOVOLTAICO SOLO UN BUSINESS

Trovare il giusto equilibrio fra tutela del territorio e sviluppo economico: questo il vero nodo da sciogliere per regolamentare in modo responsabile il fotovoltaico sul nostro territorio. Non accenna a placarsi la polemica (e il dibattito) nato attorno alla proposta di Delibera della Giunta Regionale Toscana finalizzata a disporre le linee guida e l’individuazione delle aree non idonee alla istallazione degli impianti fotovoltaici a terra.
Una delibera che rischia, se non affrontata correttamente – secondo la Coldiretti Provinciale – di erodere ulteriormente le superfici agricole in Provincia di Pisa dove ora si teme una vera e propria escalation. “Il territorio rurale nella Provincia di Pisa – spiega Roberto Franchini, Direttore Provinciale Coldiretti – sta subendo una metamorfosi preoccupante. Nonostante il numero di impianti già presenti, e la prospettiva di nuovi, gli assessori di competenza sono orientati verso una maggiore liberalizzazione nel contesto rurale, una posizione molto grave. Ok agli impianti ma in aree ampiamente urbanizzate e di servizio ad aree commerciali e industriali. Ribadiamo il nostro no allo scempio del territorio, e in questo senso ci conforta la posizione dell’Assessore, Giacomo Sanavio che in più circostanza ha dimostrato di condividere a pieno i nostri principi”.
Coldiretti sostiene che “non c’è assolutamente bisogno di occupare superfici agricole dalle grandi potenzialità produttive come sta accadendo oggi, solo perché si trovano in luoghi prossimali ad infrastrutture e alla viabilità ordinaria. Il fotovoltaico sta invadendo i terreni agricoli più fertili e sta danneggiando un paesaggio che gli stessi agricoltori hanno saputo costruire nei secoli in Toscana, regione invidiata e presa ad esempio da tutti”. Coldiretti tira in ballo il business e gli interessi economici: “La responsabilità di chi governa è di non trasformare sostenibilità e reddito da lavoro in speculazioni violenze sul territorio e rendite certe dei colossi del fotovoltaico – spiega ancora Franchini - Il coordinamento toscano degli assessori all’agricoltura (UPI) pone giustamente l’attenzione sul fatto che la proposta di delibera esclude dalle limitazioni gli impianti se gli stessi sono connessi all’attività agricola. Questo significa che se gli impianti sono realizzati e gestiti dagli agricoltori, diventano una garanzia per tutti in quanto nessun agricoltore, il cui reddito principale derivi dal proprio lavoro, non si sognerebbe mai di andare a togliere superfici produttive per istallare dei pannelli ma con particolare scrupolo andrebbe a collocarli o sui tetti delle strutture aziendali già esistenti o su aree aziendali incolte pertinenze viabilità ecc. L’altra garanzia – precisa ancora Franchini - è quella che restando connessi all’agricoltura non si vedrebbero quegli impianti di dimensioni mostruose ma rimarrebbero piccoli impianti integrati al contesto del centro aziendale. Ci sorprende – conclude Roberto Franchini – come da una parte sia complicato e articolato per un agricoltore presentare un progetto finalizzato alla realizzazione di una stalla, una cantina, un fienile o un ricovero per i trattori e dall’alta, come sia semplice per soggetti che non hanno niente a che vedere con la campagna e le aree rurali, realizzare impianti mostruosi nascondendosi nelle parole green economy”.

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