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23 Agosto 2012
SICCITA’: PRELIEVO IRRAZIONALE E CATTIVA GESTIONE ALLA BASE DEL DISASTRO, SERVE NUOVA POLITICA PER GESTIONE RISORSA ACQUA

  “La testimonianze e lamentele degli agricoltori della Val di Cecina e della Valdera. In più occasioni, nei mese passati, quando la siccità era una previsione e non una drammatica certezza, Coldiretti aveva chiesto misure preventive per “non arrivare a trovarci oggi in questa situazione”. La principale dichiarazione di stato di calamità è il minimo che si possa fare oggi di fronte al dramma della siccità di cui l’uomo può veramente poco, ma il prelievo irrazionale e la cattiva gestione della risorsa hanno peggiorato una situazione di per se molto grave”. E’ duro il pensiero di Fabrizio Filippi, Presidente Provinciale Coldiretti mentre raccoglie le tante organizzazione agricola era stata la prima a rinforzare l’idea che prevenire è meglio che curare “perché di questo si tratta – sottolinea ancora il numero uno degli agricoltori – l’elemento naturale è imprevedibile e fuori controllo, ma l’elemento umano deve fare la differenza quando ci sono presupposti e segnali negativi. Questa circostanza era prevista, e non si è fatto nulla, o fatto poco, per limitarne gli effetti per il territorio e la comunità. Non c’è più una goccia d’acqua nei campi, i prati sono deserti, gli allevamenti sono al collasso, e le vendemmie, ora prossime, sono un rebus tutto da scoprire. Temo per la stagione dell’olio: siamo reduci da una passata annata non buona. Questa siccità può azzerare le nostre produzioni”. Il quadro nella Val di Cecina, come nella Valdera e Alta Valdera è ormai conclamato: torrenti in secca, livelli ai minimi, falde prosciugate ed inevitabile razionamento dell’acqua per tentare di salvare il salvabile. Nel pisano non piove ormai dal 12 giugno, e a parte qualche piccola pioggerella qua e là – poca roba purtroppo – la prolungata siccità, la sequenza interminabile di ondate di calore africano, ha già compromesso i futuri raccolti. “La richiesta di stato di calamità è stata attivata – analizza Filippi – con il sostegno anche della Regione Toscana che si è attivata nei confronti del Governo. E’ certo però che molte delle situazioni drammatiche che stiamo affrontando potevano essere gestite preventivamente e meglio. Vogliono chiudere i Consorzio di Bonifica? Credo che saranno fondamentali nel futuro per affrontare le anomalie del clima. Sarebbe un grave errore chiuderli, al contrario, vanno rinforzati”. Coldiretti riprende alcuni dei punti chiave delle proposte avanzate già nell’inverno quando si parlare di rischio siccità: “E’ necessario dotare il territorio di strumenti e strutture in grado di utilizzare l’acqua quando c’è, e non quando ci troviamo in difficoltà idrica. Serve un migliore utilizzo delle acque attivando politiche per la realizzazione di piccoli pozzi, laghetti artificiali da ripristinare e creare, ma anche attraverso il recupero delle acque piovane, soluzione da sempre utilizzata nelle campagne, ed una più attenta gestione dei torrenti. Il fine non è solo quello agricolo se pensiamo all’escalation di incendi che si sono verificati in tutta la regione”.
Secondo Filippi si tratta di soluzioni “elementari” che nella futura organizzazione del piano anti-siccità non dovranno mancare nei territori come dovrà essere diversa la gestione del Lago di Santa Luce. “L’agricoltura e le produzioni per fini alimentari per garantire continuità e sopravvivenza devono essere una priorità in questi casi – spiega Filippi – purtroppo c’è stata una scarsa attenzione e poca vigilanza sui prelievi nel lago di Santa Luce. Si doveva – precisa il Presidente degli agricoltori - limitare il prelevamento per fini industriali. Il danno provocato dall’essiccamento del Lago è gravissimo”. Come paracadute contro gli eventi atmosferici le imprese agricole hanno la possibilità di stipulare assicurazioni multirischio: “E’ possibile avere una copertura per tutti gli eventi atmosferici, compresa la siccità. Oggi – conclude Filippi - è l’unica forma di tutela economica contro eventi straordinari di questo genere”.

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