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27 Gennaio 2017
Toscana, preservare le aree agricole dalla presenza dei cinghiali. Coldiretti: “Stimati 230.000 cinghiali. Bene piano di prelievo 2017”

La Giunta regionale della Toscana ha dato il via, nei giorni scorsi, in attuazione delle Legge Obiettivo 2016-2018, alla delibera di approvazione del piano annuale 2017 di prelievo per il cinghiale nelle aree agricole. Si tratta della cosiddetta caccia di selezione che si svolge sotto la supervisione degli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) nelle zone a vocazione agricola dove i cinghiali arrecano solo danni. Il piano, approvato, con il parere positivo dell’ISPRA, prevede nel periodo da gennaio a dicembre 2017 (lo scorso anno il piano fu approvato a giugno) il prelievo di un numero complessivo di oltre 24.000 cinghiali nelle aree agricole della regione (aree non vocate al cinghiale), che coprono una superficie pari a poco più di 1milione di ettari. Quindi quest’anno, da gennaio a dicembre, sarà possibile nelle aree a vocazione agricola la caccia di selezione al cinghiale per un tempo più lungo. Gli ATC possono sospendere tale caccia quando nelle aree vocate, soprattutto boschi, vengono previsti interventi di caccia in braccata. In questi periodi in cui viene sospeso il prelievo selettivo, nelle aree non vocate è comunque possibile la caccia al cinghiale in forma singola o con la tecnica della girata.
“Apprezziamo il fatto che quest’anno la Legge Obiettivo da noi fortemente voluta – dice Tulio Marcelli, Presidente di Coldiretti Toscana – vada a regime in modo tempestivo e con questa delibera di fatto non si interrompa il prelievo dei cinghiali nelle aree agricole, dove la loro presenza deve essere eradicata, per consentire alle imprese di esercitare il loro diritto ad esistere. Lo scorso anno – evidenzia Marcelli - l’attività di caccia in selezione si è svolta solo in periodi molto limitati ed in alcuni comprensori addirittura per poco più di 2 mesi”. Dice Antonio De Concilio, Direttore di Coldiretti Toscana: “La proliferazioni di cinghiali in Toscana ha ormai superato quota 230.000 capi, che alterano gli equilibri ambientali con danni enormi a colture di pregio e comunque vitali per l’economia del territorio, come viti e cereali. Con l’approvazione di questo atto – conclude De Concilio – possono essere preservate tutte le aree non vocate del territorio toscano. Il piano potrà essere successivamente aggiornato in base ai dati degli abbattimenti 2016 e a seguito della nuova delimitazione delle aree vocate e non vocate al cinghiale. Su questo argomento Coldiretti Toscana ha già formulato una ipotesi chiara, che fa coincidere le aree in cui non possono essere presenti i cinghiali, e non solo, con quelle destinate alle attività agricole ed in riferimento alle quali vengono erogati gli interventi della Politica Agricola Comune (PAC)”.

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