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1 Agosto 2012
ULISSE/SICCITA’: 800 ALLEVAMENTI A SECCO, PASCOLI COME DESERTI NEL PISANO

Laghetti, pozze d’acqua e ruscelli presi d’assalto da cinghiali, daini e cervi e così, pecore e vitellini, restano a secco. Sta accadendo nel volterrano dove la siccità ha spinto di ungulati assetati, cresciuti a dismisura negli ultimi anni, ad abbeverarsi nei pozzi e nei laghetti frequentati abitualmente dai greggi. La denuncia parte da Volterra dove Carta Bartolomeo, allevatore, 450 capi di razza sarda, è costretto ad abbeverare le sue pecore portando le cisterne, due da 50 quintali l’una, direttamente nei campi per rifornire gli abbeveratoi. L’acqua dei laghetti naturali, che fino a qualche mese fa era una risorsa spontanea, però non basta più per tutti: “quella poca che c’è – racconta - sono i cinghiali a bersela in barba al bon ton. Saccheggiano anche le pozze, non gli basta divorare i raccolti!”. La prolungata siccità e le alte temperature hanno trasformato i pascoli in deserti dove èimpossibile trovare un filo d’erba verde. Un fenomeno che apre inquietanti scenari in tutta la regione dove rischiano di restare a secco, nei prossimi giorni 700 mila capi tra ovini, bovini, caprini, bufalini, equini con effetti pesantissimi su produzione e sulla salute degli animali. La criticità idrica riguarda, invece, nel solo pisano, circa 65 mila capi e 800 aziende (dati banca nazionale).
 
Secondo Coldiretti e Associazione Regionale Allevatori la siccità costerà alle aziende di allevamento tra bovine, ovine, caprine, suine ed equine, tra il 70% e l’80% in più di costi al giorno per l’acquisto di foraggi e cereali, ed un calo di produzione di latte, dovuto al caldo, tra il 30% ed il 40%. “I pascoli sono secchi – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Provinciale Coldiretti – e gli allevatori sono già costretti ad utilizzare, per dare da mangiare agli animali, il fieno intaccando pesantemente le riserve invernali. In estate gli allevamenti si alimentano con l’erba dei pascoli riducendo notevolmente i costi di gestione. È una situazione straordinaria ed incredibile”. L’arrivo della prossima nuova ondata di caldo è destinato a peggiorare una situazione già molto critica.
 
La storia di Bartolomeo Carta non è l’unica. I suoi timori sono confermati da Angelo Del Sarto, la sua azienda agricola si trova ai confini del Parco di San Rossore: “Non c’è più pascolo – racconta – quella poca pioggia che è caduta è servita a poco”. Del Sarto ha 240 pecore e alleva anche il mucco pisano. “Il terreno è molto arido – spiega ancora – gli diamo già il fieno che avevamo messo da parte per l’inverno”. A confermare che la siccità ed il caldo si stanno facendo sentire pesantemente è il ricorso alle scorte di fieno: “Il pascolo è pietoso – analizza Marco Veronesi, Direttore dell’Associazione Allevatori - e le imprese non riescono a soddisfare il fabbisogno energetico: sono costretti ad acquistare il foraggio ed i cereali che intanto stanno già subendo i primi rincari. Se lepecore non mangiano anche la produzione di latte ne risente. E poi l’erba secca le rende meno fertili e produttive”.
Niente pascolo significa “calo produzione di latte tra il 30%-40% – spiega ancora Veronesi – crescita rallentata per le razze da carne e calo della fertilità. Nella nostra zona dove i pascoli sono sterminati e l’erba non è mai mancata è un fatto storico eccezionale, e difficilmente prevedibile – ricorda – se poi ci si mettono anche gli ungulati a peggiorare una situazione già compromessa…”.
 
Ma come già denunciato nelle scorse settimane proprio da Coldiretti, non solo gli allevamenti a soffrire a causa della siccità: a rischio ci sono leprossime produzioni di mais, sorgo e girasoli. “Siamo preoccupati – spiega Filippi – questo caldo è micidiale”. Gli allevatori, come tutti gli agricoltori, temono un taglio della fornitura d’acqua alla rete idrica per “irrigare” le foraggere ed i campi: “Sarebbe un colpo molto duro – conclude il Presidente Provinciale degli agricoltori – per tutta l’agricoltura”. 

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