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4 Febbraio 2011
VALDERA: IL RE DELLE UOVA CONTRO IL DISSOCIATORE, A RISCHIO ANCHE L’AGRICOLTURA BIO

Dal dissociatore molecolare effetti devastanti per il turismo e per l’immagine del territorio. Dopo le preoccupazioni e lo scetticismo dei vertici provinciale di Coldiretti e delle organizzazioni agricole, il no al progetto del dissociatore molecolare di Gello arriva anche dalle aziende agricole, ed in particolare dagli agriturismi di Pontedera e dei comuni limitrofi sconcertati dalla scelta di realizzare un impianto “sperimentale” in un territorio ad alta intensità agricola e caratterizzata dalla presenza di molte aziende. In tutto sono un centinaio le aziende interessate tra orticole e agrituristiche. “La nostra posizione al riguardo – spiega Roberto Franchini, Direttore Provinciale Coldiretti – è chiara: questo progetto non ci convince; non sono stati forniti dati a sufficienza, tanto meno illustrati i benefici, se non ipotesi. Il problema dei rifiuti non si risolve con il dissociatore, ma con una capillare azione di raccolta differenziata che troverebbe l’attenzione e il plauso da parte di tutti. E’ un salto nel vuoto che il territorio non si può permettere alla luce anche della crisi economica e di un mercato sempre più fiacco. Il progetto non ci convince, e a nostro parere il dissociatore non è la strada giusta da percorrere se vogliamo risolvere il problema dei rifiuti e proiettarci nel futuro con intelligenza”.
A farsi portavoce del malumore diffuso è l’azienda agricola “Macchie d’Olio” di Paolo Parisi. L’azienda, che si trova a Usigliano di Lari, in Via delle Macchie, è distante circa 4 chilometri in linea d’aria ed è specializzata nella produzione di salumi di cinta senese e di uova di gallina livornese vendute ed apprezzate in tutto il mondo. Struttura a carattere famigliare, la “Macchie d’Olio” da lavoro a 4 persone, oltre a fornire una importante vetrina enogastronomica con l’agriturismo. “E’ un danno all’immagine colossale – spiega Parisi – per il nostro territorio e per le nostre aziende. La verità è una soltanto: questo progetto una speculazione. Personalmente faccio presto: a contraddistinguere i miei prodotti è il metodo, non certo le condizioni ambientali. Posso anche andarmene”. Lo sfogo di Parisi arriva dopo un’attenta analisi del progetto e del presunto rapporto benefici-effetto: “Ad oggi – spiega ancora – non ci sono stati spiegati chiaramente i motivi del perché di quell’impianto se non la semplice opportunità economica. Non è la prima volta che, in Italia, vengono realizzate opere sperimentali e poi finiscono nel dimenticatoio. Il dissociatore sarà una di queste? Invito tutti a riflettere”.
A rischio anche il futuro delle aziende biologiche. Il dissociatore infatti preoccupa il principale ente di certificazione della Toscana che ha già espresso le sue perplessità, attraverso una lettera, alle aziende iscritte non assicurando, in caso di realizzazione dell’impianto, la continuità della certificazione. “Il dissociatore sta mettendo tutto in discussione - ammette il Presidente di Terra nostra, Alessandro Piceni Belli – fare bio significa investimenti e tempo dedicato, è un percorso lungo a cui si arriva dopo diversi anni. Il dissociatore sta mettendo in discussione anche questo aspetto che rappresenta una fetta importante dell’agricoltura di qualità della Valdera. Le ceneri espulse dal camino ricadranno inevitabilmente sul territorio: gli effetti? Non esiste uno studio che dica chiaramente che non hanno conseguenze”.
Piceni Belli teme anche contraccolpi per i flussi turistici, settore che conosce molte bene: “Chi andrà alla ricerca della Valdera e dei territori limitrofi su Google, e penso a Volterra e alle Terme di Casciana, troverà anche notizie del più grande dissociatore d’Europa: non penso sia un bel biglietto da visita per il nostro territorio. E’ una pubblicità negativa. Questi progetto rischia di allontanare i flussi turistici stranieri che tradizionalmente vanno alla ricerca di paesaggi da cartolina, prodotti locali e tradizioni: quel dissociatore ha più aspetti negativi che positivi”.

Ecco il testo integrale della lettera inviata a tutte le aziende bio che palesa tutte le perplessità sul dissociatore e sul futuro del biologico nella Valdera.
“Come aziende agricole biologiche siamo molto preoccupate dal progetto dell'impianto di incenerimento rifiuti in un territorio che non solo è naturalmente vocato alla produzione agricola di qualità, ma che vede già presenti molte aziende biologiche che hanno fatto della certificazione del prodotto la propria immagine. La realizzazione dell'impianto rischia di veder mettere in dubbio la certificazione alle aziende che si trovano nei territori limitrofi alla struttura. Dal punto di vista formale, la certificazione bio dei prodotti è infatti a discrezione del comitato di valutazione dei diversi enti di certificazione, che valuterebbero l'impatto dell'impianto su ogni azienda certificata del territorio. Dal punto di vista del giudizio dei consumatori ci sarebbe comunque un calo di interesse per i prodotti delle aziende del territorio di riferimento.
Questo sia per la produzione vegetale che per quella zootecnica, legata comunque alla qualità dei
pascoli che potrebbero trovarsi contaminati. Come persone, che hanno deciso di seguire e perseguire un certo stile di vita contribuendo con il
nostro lavoro alla salvaguardia del territorio e alla salute nostra, dei nostri dipendenti e dei nostri consumatori, ci siamo assunti in prima persona la di coltivare in maniera sana e giusta i nostri prodotti con lo scopo, tra l’altro, di non inquinare né le falde acquifere né l’aria. Per questo siamo molto vicini ai numerosi cittadini riuniti in comitati, che si preoccupano dei danni alla salute che l’attività dell’impianto provocherebbe; ma siamo molto preoccupati anche per il danno economico che detto impianto può causare alle aziende e all'immagine di tutto il territorio della Valdera.

Chiediamo quindi:
• che si tenga conto delle realtà imprenditoriali che hanno fatto della qualità del territorio il
loro volano di sviluppo.
• che si valutino soluzioni alternative all'incenerimento.
• di decidere con chiarezza se investire il territorio sulla spazzatura o sulle imprese che
fanno qualità, le due cose non sono facilmente compatibili.
• di gestire con coscienza questa scelta e di avere il coraggio di comunicare queste scelte
agli elettori.

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