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16 Aprile 2011
ZOOTECNIA: AGNELLO POMARANCINO SALVATO DALL’ESTINZIONE, CARNI IN VENDITA ANCHE NEI PUNTI VENDITA CAMPAGNA AMICA

Agnello Pomarancino salvato dall’estinzione. Ha rischiato di finire sulle pagine dei libri degli animali estinti insieme ai dinosauri ma con tenacia e piccoli investimenti da parte degli allevatori che hanno dato vita anche ad un Consorzio per valorizzare e promuovere le sue carni e i suoi prodotti, l’agnello di Pomarance sarà ancora una delle immancabili portate della prossima Pasqua. Ma che fatica! Oggi le sue carni pregiate, morbide e saporite, tracciate da un rigoroso disciplinare le troviamo, insieme agli insaccati e ai sughi pronti, all’Unicoop di Firenze, in macellerie come quella di Nicola Ribechini a Pomarance e Enrico Pieretti a Serrazzano, e nei ristoranti della Val di Cecina (Osteria Del Pinzagrilli, Ristorante Mocaio, Don Beta, Osteria Il Ghiotto, Arnolfo, Albergaccio, Emporio del Gusto), e presto, anche nei punti di vendita diretta e nei mercati di Campagna Amica promossi da Coldiretti. Spettacolare fritto, con una leggera impanatura, le massai di pomarance lo servono anche al carpaccio e sotto forma di porchetta. Lo preferiscono chiamare “agnello porchettato”.
Dopo aver sfiorato la soglia minima negli anni ’90 con 500 esemplari, oggi l’agnello di Pomarance, che deriva dalle popolazioni di ceppo appenninico, è tornato a dominare i pascoli della Val di Cecina dove pascolano all’aperto, tra verdi e curati campi, oltre 2 mila capi. Una popolazione finalmente numerosa formata da piccoli, spesso piccolissimi greggi con 30-40 capi allevati da una trentina di imprenditori agricoli che al fianco della attività ortofrutticola, continuano ad allevare gli agnelli. “Non potremo sopravvivere solo con la carne di agnello – ammette Luigi Piccicuto, uno dei fondatori e Presidente del Consorzio dell’Agnello Pomarancino – ma negli ultimi anni, da quando è nato il consorzio, nel 2008, le cose sono molto migliorate. Le aziende iscritte, undici ad oggi, ben 7 guidate da allevatrici, hanno capito che era l’unico modo per intercettare canali commerciali importanti, come per l’esempio l’Unicoop, e hanno aderito al disciplinare. L’unico modo per evitare l’estinzione è dare l’opportunità alle aziende di avere un allevamento che produce reddito attraverso la vendita della carne e dei prodotti come gli insaccati, i sughi per in condimento della pasta e i paté per l’aperitivo. Ma ad oggi vivere di solo allevamento di carne di agnelli è ancora impossibile. L’allevamento resta comunque una risorsa importante per chi fa agricoltura”.
Razza rustica che ben si è adattata alle condizioni della Val di Cecina, la pomarancina appartiene insieme alla Capra Apuana a quelle particolari specie che caratterizzano il territorio, in perenne rischio estinzione, con una storia che parte da molto lontano. “I primi incroci – spiega ancora Piccicuto – intorno agli inizi dell’800. Abbiamo passato anni molto difficili ma ora la pomarancina è radicata sul territorio e ha un ruolo nell’economia e nell’ecosistema. Vengono allevate nei pascoli, all’aperto, e questo rende le carni degli agnelli morbide e saporite”.
Venduto intorno ai 5,50 euro al chilo a peso vivo, si può trovare sul mercato ad un prezzo tra i 17 e 18 euro. “Il prezzo è il frutto del rapporto tra la qualità di un prodotto di eccellenza del patrimonio pisano – spiega ancora il Presidente – e il forte legame con il territorio. La carne di agnello pomarancino è la chianina dei bovini”.
Ora l’obiettivo, dopo aver salvato l’agnello Pomarancino dall’oblio, è quello di renderlo ancora più radicato e presente nelle aziende attraverso l’ampliamento della rete di vendita dei punti di Campagna Amica. Un progetto su cui si sta lavorando da alcuni mesi. “Stiamo parlando di un prodotto di eccellenza – spiega Aniello Ascolese, Direttore Provinciale Coldiretti – che merita di stare nel paniere dei prodotti di Campagna Amica. Vogliamo accelerare il percorso per favorire l’inserimento della carne e degli insaccati nei nostri mercati allargando la rete di vendita, e stimolando nuovi investimenti negli allevamenti. L’esperienza dei mercati, e la stessa vendita diretta in azienda, permette alle aziende di produrre reddito ma al consumatore di tornare a mangiare sano nel rispetto del rapporto qualità-prezzo”.

Ecco le aziende iscritte al Consorzio: Nardi Rossa Anna di Sasso Piano, Forabosco Ivana di Serrazzano, Staccioli Franca di Libbiano, Mraz Esther di Sasso Pisano, Voghera Franca di Volterra, Ferri Michela di Castelnuovo Val di Cecina.

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