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3 Aprile 2012
ZOOTECNIA: CARTA D’IDENTITA’ PER L’AGNELLO POMARANCINO,OCCHIO ALLA COSTOLETTA STRANIERA PER PASQUA

Carta d’identità per l’agnello pomarancino per contrastare “imitazioni” e carni importate dall’estero. Prima di ordinare al ristorante o acquistare, cucinare e servire in tavola costolette e cosciotti di agnello assicuratevi e chiedete sempre la provenienza delle carni: “Il vero agnello allevato di Pomarance ora ha la carta d’identità”. L’invito a scegliere carni tracciate, al 100%, garantite dagli stessi allevatori con metodi di allevamento naturali e rigorosi e nel rispetto di un disciplinare scrupoloso, è il Consorzio Agnello Pomarance che alla vigilia della settimana pasquale, periodo che farà registrare il boom di richieste e di vendita di carne di agnello, vuole allontanare le minacce “da carni straniere allevate con metodi intensivi e da chi, come spesso accade – spiega Luigi Piccicuto, uno dei fondatori e Presidente del Consorzio dell’Agnello Pomarancino - vuole spacciare l’agnello di Pomarance senza averne il diritto”. L’arrivo della Pasqua coincide infatti con l’invasione di carni provenienti dai paesi dell’Est e “da chissà quali allevamenti – racconta ancora – l’agnello di Pomarance è uno solo, ed è bene sapere riconoscerlo prima di prendere una fregatura”.
Alla base della rivendicazione del Consorzio – 11 gli aderenti – c’è il faticoso lavoro per evitare l’estinzione dell’agnello di Pomarance, tornato, dopo una fase molto critica in cui ha rischiato l’estinzione, a raggiungere la soglia del migliaio di capi. Nato nel 2008, il Consorzio ha avuto il merito non solo di costruire un percorso di recupero della razza autoctona della Val di Cecina, ma di valorizzarne e promuoverne la vendita di carni attraverso ristoranti, macellerie e Coop. “L’unico modo per evitare l’estinzione – spiega ancora Piccicuti – era dare l’opportunità alle aziende di avere un allevamento che produce reddito attraverso la vendita della carne e dei prodotti come gli insaccati, i sughi per in condimento della pasta e i paté per l’aperitivo. E’ un processo faticoso, visti anche i tempi non facili per chi fa allevamento. I costi diproduzione sono lievitati e la nostra scelta, quella di puntare sulla qualità e sulla tracciabilità, è molto impegnativa anche economicamente”. Da qui la ragione di un prezzo che sul mercato è leggermente superiore: “E’ un prodotto di eccellenza del nostro territorio – analizza l’allevatore-fondatore – costa un pizzico di più, ma è anche decisamente più buono”. Un’obiettivo, quello di evitare l’estinzione e favorire il radicamento e l’eventuale l’ampliamento della rete di vendita anche nei punti di Campagna Amica sostenuto da Coldiretti. “L’esperienza del Consorzio nasce dalla volontà di tutelare il nostro patrimonio zootecnico ma anche di trasformarlo in una fonte di reddito – spiega Aniello Ascolese, Direttore Provinciale Coldiretti – non dimentichiamo che queste aziende, e questi allevatori, hanno un ruolo fondamentale per la nostra comunità: tutelano il nostro paesaggio ed i nostri pascoli diventando elementi indispensabili per il presidio e la salvaguardia del territorio. Il loro ruolo va al di là dell’allevamento”.
Oggi la rete di vendita dell’agnello di Pomarance con la carta d’identità è molto ampia ed arriva fino a Siena. Le carni morbide, saporite e soprattutto “tracciate” e marchiate si possono trovare al ristorante Don Beta e Molino d’era a Volterra, l’Osteria Pizzagrilli a Gualdistallo, Il Ghiotto di Monteverde, Albergaccio di Castellina a Siena e presso le macellerie di Ribechini di Pomarance, Pieretti di Serrazzano, Niki di La California, nel bibbonese e presso le Coop di Pontedera e Volterra. Spettacolare fritto, con una leggera impanatura, le massai di pomarance lo servono anche al carpaccio e sotto forma di porchetta. Lo preferiscono chiamare “agnello porchettato.
 
Ecco le aziende iscritte al Consorzio: Nardi Rossa Anna di Sasso Piano, Forabosco Ivana di Serrazzano, Staccioli Franca di Libbiano, Mraz Esther di Sasso Pisano, Voghera Franca di Volterra, Ferri Michela di Castelnuovo Val di Cecina, Luigi Pizzicuti del Podere Bell’Aria, Enzo Giaconia, David Guarguaglini, Monica Rut, Giancarlo Cucini.   

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